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Per essere in pieno autunno padano tutto sommato non me la sto passando male, compatibilmente con il tempo di merda che sta flagellando l’Italia e, del resto, bastano quattro gocce d’acqua per metterla in ginocchio da Nord a Sud.
Il freddo vero, grazie al cielo, perlomeno qua non si è ancora visto, in compenso queste piogge incessanti sono davvero davvero deprimenti, mi schiacciano al suolo come farebbe lo zampone di un tirannosauro.
Mi innervosiscono, mi annoiano, sono la morte civile.

Ovviamente ha cominciato a diluviare la sera stessa in cui, a cena da un amico, abbiamo deciso di farci un lungo weekend insieme, che io non vedo l’ora di preparare il valigino, di darmi alla macchia per quattro/cinque giorni e fare qualcosa di diverso con qualcuno di simpatico e vibrante, l’Anti-Depresso per eccellenza, colui del quale vorrei avere il carattere, l’ottimismo, la faccia di tolla.
La sua compagnia dunque una garanzia, soggetto già testato sia per weekend che per vacanze lunghe in spazi ristretti, promosso a pieni voti.

Dopo aver discusso le due papabili destinazioni, in verità alquanto diverse tra di loro, Budapest o i Castelli Romani, hanno vinto i Castelli Romani che permettono di decidere la partenza anche all’ultimo minuto previa consultazione portale meteo e, soprattutto, garantiscono cibo e vino nostrano in abbondanza. Magari anche del sole senza dovere gelare a temperature sotto lo zero.

Nonostante la scelta sia ricaduta su una meta italiana in queste ultime settimane ogni giorno trovo almeno un buon motivo per avercela a morte con questo paese e pensare che, risolte un paio di cosette che purtroppo dipendono più da terzi ancora sconosciuti che da me, essenzialmente la vendita di una fottutissima casa (ottimo periodo, naturalmente), sarei davvero felicissima e forse anche sollevata di trasferirmi in un altro paese.
Più civile, migliore, o solo diverso, non so come dire.
Ma cambiare, anche solo per cambiare.
Via da questa decadenza, marciume, decomposizione, aria ferma e stagnante dal fetore insopportabile che aleggia ovunque.
E da questo tempo di merda che, ma questo non so nemmeno quante volte l’ho detto e l’ho scritto, per me resta comunque un fattore determinante. Anche a novant’anni, che mi irrita anche solo il pensiero che pure da morta mi possano ancora spremere qualcosa o, con la scusa della differenziata, riutilizzarmi come concime per qualche malmessa aiuola piena di sterpaglie e bottigliette di plastica.
Non lo penso mica da ieri, ma certe mosse vanno studiate, preparate, pianificate: non sono la diciannovenne che parte per fare la au-pair a Londra e che quando ritorna ritrova la cameretta con la tapezzeria a fiorellini che ha lasciato da mamma e papà, i pupazzetti di peluches sulle mensole e la torta di mele in frigorifero che, così, non ci vuole nemmeno tutto quel fegato a partire visto che non si rischiano nemmeno le poche certezze che si hanno qui.

Allora, oggi sono nera, ma nera, con una fantomatica società dal nome apparentemente rassicurante che rilascerebbe via Internet Certificati di Efficienza Energetica per gli immobili.
Incautamente, mesi fa, essendo io iscritta alla mailing list di uno di quei siti che propone coupon scontati, ho comprato un buono per ottenere questo documento a (su per giù) 30€, che la visita di un vero e serio professionista costerebbe dieci volte tanto e direbbe esattamente le stesse cose.
Quelle cose, cioè, che si possono dire del 70% ed oltre degli immobili italiani che per quanto riguarda la classe di efficenza energetica di appartenenza lasciano molto a desiderare anche a causa del vecchiume del nostro patrimonio immobiliare.
Documento comunque indispensabile, così vuole la legge, nei casi di compravendita: si sa mai, prima o poi succederà, spero presto.
Anche a seguito di questa esperienza negativa mi sono comunque rimossa da questa mailing list, così mi evito ogni giorno di cancellare tre o quattro mail inutili, sono sempre gli stessi articoli ed offerte che girano, e di grandi affari io non ne vedo da quel giorno di maggio.
Che poi un affare non è stato, visto che io il mio Certificato non sono riuscita ad ottenerlo. Almeno credo.
Sì, perchè dopo essermi impiantata sul sito più e più volte, dovendo ricominciare tutte le volte da zero con nome, cognome, indirizzo di residenza, dati dell’immobile e codice fiscale, barchamenandomi tra IPAD e computer, ogni volta da capo per cercarne di venirne fuori e di non fare nottata incollata alla tastiera, addirittura mentre compilavo i campi si bloccava tutto, essendo riuscita solo al decimo tentativo ad arrivare alla fine in un estenuante percorso ad ostacoli, non sono nemmeno riuscita a capire se la mia richiesta sia andata a buon fine.
Dopo aver compilato tutte le pagine del modulo non ho ricevuto alcuna mail di conferma, visto alcuna videata ricapitolativa o messaggio che dicesse che la mia richiesta sarebbe stata processata, un grazie per avere utilizzato il servizio etc etc.
Succede sempre in casi del genere o simili quando, appunto, non è una fregatura come nel mio caso.

Ho subito mandato delle mail con richieste di spiegazioni ma sapevo che nessuno avrebbe risposto.
Così è stato fino ad adesso e tale resterà.
Questo succedeva una settimana fa.
La mattina seguente, sempre armata di tanta santa pazienza, mi attacco al loro numero verde, ci sto incollata TUTTA la MATTINA dalle ore 09:00 e in TUTTA la mattina, a parte farmi ascoltare badilate di musica classica NESSUNO ha risposto alla mia chiamata.
Dopo sei minuti circa di orologio di attesa la telefonata cadeva automaticamente dicendo che gli operatori erano tutti impegnati e suggerendo di riprovare più tardi.
Verso le 13:00 io però ho smesso, capita l’antifona.
Ad oggi ancora nessuna risposta alle mie mail, e che dire? Degli imboscati.
Questa l’efficienza serietà di una società italiana con una dicreta visibilità ed operante in quello che in teoria dovrebbe essere uno dei più moderni e strategici settori, questa l’importanza e l’attenzione che rivolgono ai Clienti. Scommetto che sarà pure certificata con tutte le Certificazioni di Qualità possibili ed immaginabili, mucchi di scartoffie piene di timbri e firme e date illeggibili che certificano procedure esistenti ed insesistenti, revisioni di documenti, Processi di Miglioramento Continuo verso la Total Quality e stronzate simili.
Questo comunque il risultato.

Lunedi cercavo online sulla stampa nazionale e spagnola notizie sull’esito del quasi-referendum di Barcellona per l’indipendenza catalana e, tra le molte, mi colpiva parecchio la foto di una specie di piazza nella quale centinaia e centinaia di persone facevano ordinatamente la fila, una fila lunghissima e tutta inanellata su se stessa come un megaserpentone, tutti in attesa del proprio turno.
E si parla di Spagna, cugini latini, idioma neolatino, una faccia una razza, mica della Norvegia o della Nuova Zelanda.
Mi è venuto allora in mente la scena disumana alla quale ho assistito davanti alle casse di H&M solo qualche settimana fa.
Una normale situazione quotidiana, una quindicina di persone nervose ammucchiate a casaccio, un mostro umano sudato e vociante in movimento perpetuo, tutti pronti a scannarsi tra di loro.
Nel mucchio gente pacificamente parcheggiata lì davanti a fare conversazione perchè incontratasi per caso, e che manco si spostava, e infiltrati vari dell’ultima ora nella non-coda, quell’agglomerato umano dalle molte teste.
Prima e dopo gente parcheggiata al bivacco sulle scale mobili, gente che non lascia un varco per passare a chi è di fretta perchè si sa, madre e figlia venticinquenne entrambe con l’horror vacui non possono mettersi una dietro l’altra, no, devono stare vicine, vicinissime, una in parte all’altra, e occupare tutto lo spazio disponibile.
Perchè se loro hanno un pomeriggio intero per cazzeggiare al supermercato non è concepibile che la fretta possa avercela qualcun altro.

E il traffico vomitevole che impazzisce per dieci o duemila gocce d’aqua non fa differenza, gente che ti sta attaccata al sedere e abbaglia perché rispetti i limiti di velocità, le distanze di sicurezza, e magari ti permetti anche di guidare con prudenza lungo strade piene di toppe, buche o voragini per salvaguardare la tua ed altrui pellaccia, e mai, mai, in tanti anni che faccio quella strada si è visto una pattuglia di vigili o della polizia che facesse dei controlli, per cui tutti se ne fregano alla grande, nella certezza dell’impunità assoluta.

Questo non è un paese per giovani, non è un paese per vecchi, non è un paese per chi si trova nel mezzo del cammino, non è un paese per cani e per gatti, e a me piace sognare e pensare che esistano posti dove sia possibile non farsi venire la bile quasi ogni giorno, o incassare sempre e cedere alla rassegnazione, che è anche peggio.
Un posto dove si possa, fino all’ultimo, progettare, sognare, sperare, pensare di potere cambiare le cose, e magari credere in qualcosa.

Perciò contentissima di continuare a portare avanti il mio programma fitness casalingo che non contempla ulteriori stressanti spostamenti in macchina, code per il parcheggio, code nella sala pesi, code per le docce, code per tornare a casa.
Lo posso fare anche in mutande con una maglietta strappata, lo faccio quando voglio per quanto tempo voglio e mi fa risparmiare quegli 800/1000 euri all’anno.
Il fatto è che dopo la ruggine iniziale ci sto provando davvero gusto nonostante la fatica e la débâcle di ieri sera quando ho dovuto abbandonare un workout troppo impegnativo per il mio livello di preparazione, il No more trouble areas workout di Jillian Michaels, durata 56 minuti e 18 secondi.
Prima mi ero vista tutto il video, non sembrava così pesante, ma gli affondi con le gambe ed i pesi in mano con le braccia sollevate mi hanno stroncata dopo pochi minuti.
Evidentemente gambe e braccia non sono ancora pronte, devo ancora lavorare.
Stasera però ci voglio riprovare, e nei prossimi giorni anche, mi basta guadagnare e rosicchiare qualche minuto di più ogni volta nella speranza di arrivare a completarlo in un tempo ragionevole perchè mi sembra di gran lunga l'allenamento più completo e divertente trovato sino ad adesso, e adatto alle mie necessità.
Qui lo riconfermo, Youtube – mio social più amato – è una vera e propria miniera d'oro anche per chi ama il fitness da casa, manna dal cielo.

Un poco più modeste invece le soddisfazioni sul fronte russo, lo studio della lingua russa intendo.
Anche qui parecchia ruggine, e un pizzico di pigrizia in più, ma la professorina che mi sono trovata mi piace, simpatica, paziente, non esosa, preparata e regala anche soddisfazioni ed elargisce gratificazioni dove il caso.
L’obbiettivo sarebbe (provare a) dare l’esame di livello B1 nel luglio del prossimo anno, ma ho paura a dirlo perchè la strada è ancora lunga e irta di pericoli.
Mi ripeto, i maledettissimi aspetti dei verbi ed i verbi di moto, il resto fila più o meno liscio.
Spero di farcela, la voglia e la motivazione ancora ci sono e mi sostengono. L’utilità della cosa, bah… chiamamola ginnastica per il cervello.

Anche qui, scaricata apposita App su IPAD, recuperati a costo zero una serie di Podcast gratuiti con lezioni di lingua, di tante lingue, veramente tante, livello da principiante assoluto ad avanzato.
Tra le tante lingue anche il russo: testi brevi ma molto attuali, fatti bene.
Il canale migliore nel quale mi sono imbattuta sino ad adesso è RussianPod101.com.
Gli speakers leggono un testo, è disponibile anche la trascrizione, e poi commentano i vocaboli o le espressioni idiomatiche più rilevanti, spiegando anche alcune cose di grammatica.
Non so se, per il russo, potrebbero essermi sufficienti i Podcast senza la mia professorina, onestamente non credo proprio, ma sono sicuramente un ottimo ausilio soprattutto per la comprensione del parlato e per acquisire senza troppa fatica nuovi vocaboli e modi di dire, non ultimo per migliorare la pessima pronuncia e cadenza dalle sgraziate inflessioni lombardovenete. Per avere accesso a tutto il materiale del canale, e sembrerebbe davvero parecchio, chiedono un abbonamento di qualche mese, se ricordo bene dai tre in su: ho verificato i prezzi e non mi è sembrata un cosa esagerata, infatti mi propongo di valutare se ne valga la pena.

Vorrei anche parlare di alcune creme viso che mi stanno piacendo parecchio, ma la sto facendo troppo lunga e Jillian mi chiama.
Magari ci farò un post apposito.
Non sono bio e mi odio per avere ceduto alle lusinghe della grande e detestabile multinazionale che appena posso evito, però funzionano.
Avevo un problemino, ho cercato di risolverlo con un prodotto naturale di una valida ed innovativa azienda italiana ma la situazione non migliorava.
Mi sono informata, avevo sentito tanto parlare di questo brand e linea specifica, che faceva meraviglie o quasi, così ho acquistato due prodotti online dopo aver girato invano per mezza Vorkuta.
Diamine, funzionano, magari non fanno meraviglie ma solo il loro onesto dovere, e io guardo al risultato (damn, quattro anni buoni senza televisione ma non ancora del tutto disintossicata).
Ci metto pure il carico da novanta: perché io valgo.

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