Archivi del mese: febbraio 2014

Tardone in Converse

Spese superflue, eccoci appunto.
Domenica scorsa, ma ci pensavo già da diverso tempo nutrendo diversi dubbi sull’opportunità o meno di acquistarle, mi sono regalata le Converse modello Chuck Taylor bianche (€ 69,99, da Footlocker).
Alla tenera età di anta e più il dubbio era più che legittimo, e tuttora permane.
Cioè voglio dire, una tardona con le scarpette bianche da ginnastica, come una liceale?
Credo però che, tutto sommato, considerato la vita che conduco, il tipo che sono, e magari con la promessa di non esagerare col casual le metterò eccome: jeans, un blazer blu, magari una T shirt marinara o un’impeccabile camicia bianca, una bella borsa navy (mi manca). Capelli possibilmente in ordine, impeccabili.

E giuro che non mi piacciono perchè sono di moda o per il loro nome, anzi, me mi sta pure sulle scatole comprare ammerigano ed ancor più modaiuolo, e che ce le abbiano tutti: io adoro proprio la loro forma, la linea che hanno, la loro semplicità.
Ce ne avevo un paio rosse quando qui nessuno le conosceva e tutti andavano di Superga (si era allora intorno alla metà/fine degli anni Ottanta). Ecco, già allora mi piacevano assai più delle Superga.
Tanto, se ricordo bene, puzzano di gomma uguale e non avendo entrambe suola ammortizzata non si può pensare di farci dei chilometri. E comunque per me una tardona in sneakers, se curata e non sciatta, è molto più age appropriate di una MILF boccolosa e platinata in leopardo e tacchi a spillo. Meno patetica di sicuro.

Vorrei poter supportare questa mia teoria portando esempi concreti (= foto) di signore over 40 che indossano Converse mantenendo intatta la loro dignità, qualche volte mi capita di vederne in giro, o anche mie amiche/conoscenti, ma non mi viene certo in mente di fotografarle.
Il più autorevole mondo delle fashion bloggers/vloggers è massicciamente under 30 e, come quello della Beauty community, viene da me seguito con altalenante interesse e curiosità da circa cinque anni. Spesso, e non solo per una questione d’età, non mi ritrovo con i gusti e le tendenze che vanno per la maggiore, quindi non ho ancora trovato dei veri e propri numi ispiratori.
Però mi vengono in mente due tipe, un’americana ed una giovin signora inglese, ancora più tardone di me, alle quali ho visto indossare Converse et similia e stare davvero ma davvero bene, risultando persino eleganti.
Forse essendo già eleganti di loro, ed anche piuttosto bellocce, il che non so quanto mi aiuti.

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Turchese patacca ed altre cosette

Poichè gli unici due giorni di sole dell’ultimo semestre li ho passati a letto con la febbre, il moccio al naso ed un deturpante purulento herpes labiale (mediamente mi colpisce ogni venti anni) e poichè da che ho ripreso a deambulare su tutta o buona parte della penisola si sono abbattute piogge torrenziali di carattere tropicale, mi decido a pubblicare le foto dei miei acquistini Accessorize, se pur scattate in condizioni di luce per nulla ottimali.

Questo al fine di poter finalmente riporre gli stessi da qualche parte al sicuro visto che da quel dì ballano in vari punti della cucina dentro e fuori da una piccola poche in attesa di un raggio di sole che puntualmente non arriva mai.
Se si salveranno ancora per poche settimane spero non si perderanno comunque nei cartoni del trasloco: l’obbiettivo sarebbe riuscire ad indossarli almeno una volta nella breve, afosa e torrida estate lombardo veneta (che attendo con impazienza).
Sì, perchè nel mese dell’anno notoriamente più idoneo, soleggiato e mite, mi ritrovo a fare il tanto vaneggiato, temuto, atteso trasloco che è iniziato in modo sommesso e quasi furtivo da più di due settimane sotto la pioggia battente.
Che fortuna, eh ? Il fattore C**o gioca sempre un ruolo determinante nella mia vita.
C’è da dire, per una volta a suo favore, che Vorkuta è, eccezionalmente, uno dei pochi posti dove non siano successi disastri per via dei monsoni invernali, e che la brutta stagione, si spera oramai agli sgoccioli, è stata e tuttora è assai mite, per quanto assai avara di sole e di luce.
Ecco qui, con malcelato orgoglio, come ho speso i miei 30 euri.
In verità a distanza di diverse settimane la collanina mi sa un po’ di cheap, infatti credo che a prezzo pieno non l’avrei comprata, e manco gli orecchini col pendente. Gli orecchini a lobo turchese patacca, invece, e quelli beige vagamente anni ’20, fanno la loro sporca figura.

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girocollo turchese patacca, € 7,95 (già scontato del 50%)

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orecchini pendenti turchese patacca, € 6,95 (già scontati del 50%)

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orecchini “stud” turchese patacca, € 3,95 (già scontati del 50%)

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anello turchese patacca, € 6,95 (già scontato del 50%)

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orecchini “stud” beige, € 3,95 (già scontati del 50%)
Qualità di tutte le foto, anche a prescindere dalla luce: PESSIMA.

Nel frattempo ho usato quasi ogni giorno il pennello MAC (stipling brush) comprato a metà dicembre e devo dire che dopo i primi tempi ha smesso di perdere copiosamente peli, di peli interi solo uno ogni tanto.
Però le setole adesso si spezzano come niente, lasciando sulla pelle dei piccoli tronconi ancora più difficili da intercettare e da rimuovere. Bah…..come si fa a fare pagare quasi 50 euri una pennello di qualità cosi scadente ?
Peli a parte apprezzo comunque assai il risultato finale, anche quando lo uso con altri fondotinta che non siano di MAC, fluidi, persino compatti, creme colorate.

Terminato il fondotinta del dr. Hauschka, che ricomprerò perchè mi ci sono trovata benissimo e mi è durato un anno abbondante, ho acquistato su Ecco Verde quello di Paul Penders. Su questo prodotto ancora non mi esprimo in maniera definitiva avendolo usato pochissime volte. Il motivo dello scarso utilizzo è che ho sbagliato grossolanamente colore e me ne sono resa conto quando l’ordine era già stato finalizzato.
Ero convinta di avere cliccato sulla tonalità Hell Sand, il secondo più chiaro, invece mi sono ritrovata con un color bianco mandorla che persino per me è eccessivo e mi conferisce un inquietante ed irreale aspetto cadaverico/spettrale.
Non credevo potesse esistere al mondo un umano (ancora in vita) con meno melanina di me, ma mi sbagliavo.
Per intenderci è proprio il colore delle geishe, per coloro che non hanno manco una venatura di rosa o di giallo nella pelle, anche se poi un poco tende a scurirsi e fondersi col proprio colorito.

Il prezzo (€17 e qualcosa) non è proprio economicissimo visto che si tratta di un tubetto da 30 ml. La taglia mini è un’altra cosa che non avevo ben considerato/notato all’atto dell’acquisto.
Come primo impatto dopo qualche utilizzo e a parte il niveo candore non è male: leggero, confortevole sulla pelle, dona un effetto naturale e luminoso. Prima di esprimere un parere definitivo mi riservo di utilizzarlo più a lungo e con maggiore frequenza.

Sempre nello stesso ordine Ecco Verde ho finalmente acquistato l’olio di cocco biologico della Khadi: oltre al bel barattolo che potrò riutilizzare anche in cucina devo dire che come struccante è ottimo, specie sugli occhi, delicatissimo, non irritante, profumato. Non ho invece ancora provato ad usarlo per impacchi sui capelli.

Inoltre avevo ordinato la crema alla calendula di Martina Gebhardt in quanto necessito sempre, ora più che mai, di qualcosa di calmante, lenitivo, protettivo. Da qualche mese ho notato sulla guancia destra come una piccola macchia rossa, vista da vicino sono dei minuscoli capillari (ritengo) rotti, e la cosa mi ha talmente spaventata che, superata la buriana del trasloco, vorrei vedere un dermatologo per fare magari delle applicazioni laser.
Le creme di questa marca, com’è risaputo viste le centinaia di recensioni serie che si trovano online e sul Tubo, sono assai ricche, dense, corpose, nutrienti.
A me piacciono molto specialmente d’inverno e preferibilmente da usare di notte, però non le vedo molto indicate per i mesi più caldi, e non è detto che siano l’ideale per pelli più tendenti al grasso della mia.
Per il contorno occhi all’avocado, ottimo pure questo, una bomba di idratazione e nutrimento, non vedo invece controindicazioni ad un uso estivo o mattutino.
Nel complesso Martina Gebhardt è un brand che mi piace molto, non particolarmente attento a “catturare” il cliente con promesse mirabolanti, packaging accattivanti e prodotti modaioli, molto tedesco, molto spartano, molto serio. Paragonabile a dr. Hauschka.
Sarei davvero invogliata a provare altre cose di questa marca ma al momento non necessito di nulla e col trasloco e la nuova casa non ho soldi per cose superflue.

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Ipse dixit

Il fattore C. governa il mondo, facciamocene una ragione.

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La difficile vita del Racc. De Luxe

E che diamine, un poco di comprensione, in questi tempi incerti ed inquieti non deve essere facile nemmeno la vita di un Racc. de Luxe di Multipaesana lombardo veneta.
La gente, se non ce l’ha già in dotazione dalla nascita come la sottoscritta, ha acquisito per una mera questione di sopravvivenza una discreta animosità generale, e forse, ed era pure ora, comincia anche a sviluppare una certa incazzatura nei confronti delle ingiustizie e delle cose che fanno veramente-davvero schifo.
E ce ne sono tante, basta guardarsi attorno, per la strada, nei luoghi di lavoro (appunto), nel condominio (non ci facciamo mancare niente nemmeno qui), al supermercato. Nulla che faccia ben sperare per il futuro.
Purtroppo mentre tutto il livore e lo sdegno si levano contro la Casta, davvero oggettivamente indecente, alle schifezze ed angherie quotidiane ed in scala minore ci è cosi abituata (e purtroppo rassegnata) che ci fa molto meno caso.
Il che spiega perchè si è arrivati allo sfacelo dove siamo, senza dover tirare in ballo tutte le volte e fare lo scaricabarile con un povero vecchio decaduto ed il suo regno ventennale e tutti gli altri simil ceffi dei diversi orientamenti politici che dell’attuale sfacelo, originatosi già a partire dai primi anni ’80, sono casomai conseguenza, e non certo la causa.

Mettiamoci quindi nei panni di un povero Raccomandato de Luxe con la mente sgombra da pregiudizi ed una mano sul cuore: non più giovanissimo, anzi decisamente fuori tempo massimo per un primo ingresso in un’ ipotetica azienda, Multipaesana o meno, e senza alcuna esperienza specifica pregressa. Core de mama sua.
Dalla sua un oscuro, forse reale ma probabilmente più millantato e gonfiato passato professionale di un certo prestigio, del quale passato in un primo tempo egli fa trapelare con un certo orgoglio e boria cenni e aneddoti.

Altrettanto oscuro e nebuloso, in verità, il passato scolastico, il suo curriculum studiorum, per cui dopo poco tempo, constatato che nessuno porta l’anello al naso, qualcuno ha persino una laurea, si leggono quotidiani, si frequentano cinema, teatri e musei, si è pure stati a Londra, Parigi, Berlino, Tokyo o New York, oltre che a Sciarm el Sceik, e probabilmente per il timore di venire sgamato, costui di questo glorioso passato non ne parla più, e les memoires si dissolvono e stemperano nelle nebbie padane.

Senza il Sigillo Imperiale del Fido Condottiero suo consanguineo costui sarebbe in mezzo ad una strada, questa è la verità, nessuna agenzia recruiting se lo filerebbe di striscio, nessuna azienda, no laurea, un inutile diploma, uno stentato insufficiente inglese, il tutto condito da un carattere simpaticamente di merda.

Simpaticamente non perchè l’individuo in questione non sia piacevole, cordiale, divertente, perchè lo è, il classico adorabile cazzone, il compagno di treno ideale per farci due chiacchiere.
Solo che non vorresti MAI e poi MAI trovarti a lavorarci insieme, visto che lavorare (dove si intende lavorare per vivere e per portare a casa la pagnotta e non contare sul conto corrente acceso da un munifico padre) produrre, essere concentrati, efficienti non è decisamente il suo forte.
Il ns Racc. de Luxe infatti ancora annaspa, anche a distanza di molti mesi, nelle situazioni ed incombenze lavorative più semplici, ripetitive, quotidiane, quelle per intenderci dove basta il “sufficiente” con il quale in passato ti buttavano fuori a calci in culo dalle medie se non volevano più rivederti per almeno due altri anni.
La sua incostanza, disorganizzazione, mancanza di metodo, in altre parole la sua rara e mai vista inettitudine è palese e manifesta agli occhi di tutti, forse anche ai suoi.

É altrettanto evidente che costui non sia nemmeno più spendibile, riciclabile, e/o interessante per il misterioso settore professionale dal quale sostiene provenire, se no perchè casso sarebbe finito qui, che vuol dire venti e più anni di esperienza buttati nel cesso per ripartire da zero, nel bel mezzo del cammino di nostra vita, ed in un settore non certo cool come il suo (millantato) precedente, ed in un paesucolo dimenticato da tutti dove ignorano cosa sia un Happy Hour che è l’unica cosa di cui pare esperto, oltre all’organizzazione dei suoi weekends.
Se si dovesse trovare ad organizzare i fine settimana degli altri, invece, non durerebbe una settimana.
In tre parole, un caso disperato, un caso umano.

Costui viene imposto alla servitù da un Fido Condottiero di Multipaesana lombardo veneta per occupare una posizione ed un ruolo che dopo qualche mese di presenza in azienda non è ancora ben stato identificato. Tutto ciò in virtù di quei vincoli di sangue (tengo famigghia) sui quali un certo Edward C. Banfield ha scritto delle pagine memorabili.
Ne “il familismo amorale” Banfield da una spiegazione abbastanza convincente del perchè le varie mafie siano nate, abbiano attecchito benissimo e si siano poi radicate nella società italiana*, dalla Sicilia alle valli bergamasche e bresciane (dalla virgola* in poi farina del mio sacco).
Pagine ancora attuali per spiegare e comprendere anche i meccanismi mafiosi sconci e perversi di un’ipotetica (sempre rigorosamente ipotetica) Multipaesana di Bernascate con Casnate o Tepossino sul Minchio.

Consideriamo l’imbarazzo che accompagna questo povero Racc. de Luxe sin dal primo giorno, e ogni giorno a seguire, mentre si affanna di qui e di là per dare un senso e uno scopo alla sua presenza e, presumo, una giustificazione al suo stipendio, sicuramente già superiore a quello che si portano a casa tutti gli altri, per trovare qualcosa che lo appassioni e/o lo incuriosisca, per due giorni di fila se non è chiedere troppo, in modo da poter finalmente sistemare le chiappe in qualche ufficio e magari cominciare pure a dare una mano, ad essere produttivo, nei limiti concessi dalle sue limitate capacità (opinione questa ampiamente diffusa e condivisa da tutta Multipaesana, Direzione compresa).

Se questo non crea troppo disturbo al nostro Racc. de Luxe, va da se.
Immaginiamo i rumours, le risatine, i troppo facili interrogativi che la sua presenza suscita in azienda.
Su tutti: ma che m****a ci fa qui se prima era tanto figo e faceva questo e quello e dava consigli di marketing a Madonna?
Pensiamo a quei cattivoni acidi dei suoi colleghi, questa volta senza la mano sul cuore e con la mente ingombra di pregiudizi, gente banale che quel posto di mmerda in una Multipaesana se lo son dovuto guadagnare e poi conservare, giorno per giorno, anno dopo anno, schifio dopo schifio cui hanno assistito: di certo non trasudano bile, che due soli anni di Multipaesana sono come venti spesi nei peggiori bar di Caracas, e ti insegnano cose nemmeno contemplate dall’enciclopedia Britannica, però…

Però: fossi spinta dalla fame derivante da un evidente e conclamato insuccesso o misfortune professionale che, per carità può capitare a chiunque, ed avessi il culo che un parente mi preleva di peso e mi piazza in un’azienda di sua proprietà dove c’entro come i cavoli a merenda, questo perchè alle soglie dei (miei) cinquanta, sì, cinquanta, papà si è stancato di pagarmi le bollette o il mutuo, se il consanguineo mi desse l’opportunità di imparare qualcosa che evidentemente prima non mi era nemmeno mai minimamente interessato, non dico che non accetterei, come ultima ratio, ma dalla vergogna e dalla riconoscenza cercherei di tenere il più basso profilo possibile.
Ovvero cercherei di imparare con umiltà, di assorbire come una spugna, eviterei di sbattere in faccia a tutti il mio cognome, ed anche di parlare di tutto il parentado come se gli umili schiavi di Multipaesana dovessero sapere di tutti i cugini, fratelli, prozie e compagnia cantante della Dinastia.

Ci salvi chi può: la mia amica ha controllato l’estratto conto pensionistico e deve sgambare ancora per diversi anni prima di poter dare un calcio in culo a quel posto, se non finisce in malora insieme a tutto il resto.
Sembrerebbe ce la stiano mettendo tutta.

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