Sabato sera: premesso che è un bel po’ di mesi che non vado al cinema decido di ributtarmi nella mischia e andare a vedere il film vincitore del Premio Oscar 2014 freschissimo di nomina.
Mi interessava non tanto in quanto vincitore del premio ma perché la regia di Alejandro Iñarritu, autore della Trilogia sulla Morte con Amores perros, 21 Grammi e Babel mi pareva una garanzia, al punto che di Birdman non ho letto la trama, le critiche, tantomeno le motivazioni per l’assegnazione di ben tre premi, per la migliore regia, per la migliore scenografia originale e per la fotografia.
Ci sono andata a scatola chiusa coinvolgendo in modo irresponsabile e colpevole un’amica che condivide parecchi gusti in fatto di cinema, libri, visione delle cose e del mondo.
Non saprei dire più di questo per demolirlo, e con dispiacere: secondo me inesistente, inconsistente, pretenzioso, avvitato su se stesso, claustrofobico. Personaggi senza profondità e spessore ridotti a macchiette/archetipi, l’attore sulla via del tramonto, la ragazzetta viziata passata per il rehab, i dialoghi di una banalità e vacuità senza uguali, lunghissimo e poco scorrevole.
Di una noia mortale al punto di avere cominciato a diventarci pesante già dal decimo minuto. Evidentemente come alla signora seduta in parte che ha smanettato sull’iPhone per tutto il tempo.
Avrei voluto abbandonare la sala, cosa che credo di avere fatto solo una volta in vita mia: molti anni fa, da sola, mi ero infilata un pomeriggio in un cinema semivuoto per vedere un interminabile polpettone epico indiano della durata di tre o quattro ore, il Mahabhrata.
http://en.m.wikipedia.org/wiki/The_Mahabharata_(1989_film)
Non avevo resistito e avevo fatto fagotto nonostante ci recitasse il buon Vittorio Mezzogiorno. La differenza con allora é che stasera eravamo sedute nel mezzo della fila, il cinema era pieno zeppo e non volevamo disturbare.
Posso solo dire che le poltrone della sala, che conosco benissimo, non mi sono mai sembrate così scomode e gli spazi tra le fila così angusti come con Birdman, come fare avanti e indietro dall’Australia con un volo Ryanair, e che non sarebbe male introdurre per i film la formula soddisfatti o rimborsati.
Nulla da eccepire, sia chiaro, sulla recitazione di Michael Keaton, Naomi Watts, Edward Norton, Emma Stone.
Sono così saliti a quattro i film che, in tanti anni di frequentazioni di sale cinematografiche mi hanno talmente delusa ed indotta allo sbadiglio da volermene andare.
Con il Mahabhrata l’ho fatto davvero, ma ero tanto giovane, impaziente, immatura. Mi son sentita molto in colpa quando Vittorio Mezzogiorno é prematuramente scomparso pochi anni dopo.
La voce della luna: con un bel po’ più di anni sul groppone sarei disposta a dargli una seconda chance perché di Fellini ho amato e amo tanto tutto. Comunque l’accoppiata Benigni – Villaggio anche a distanza di tanto tempo mi sembra sempre stonata e che non possa funzionare. http://it.m.wikipedia.org/wiki/La_voce_della_Luna
Il re della terra selvaggia, un altro film recente. http://www.mymovies.it/film/2012/beastsofthesouthernwild/.
In un tweet: fastidioso, bravissima la nanerottola. Unico motivo per restare sino alla fine il fatto che fuori diluviasse e che le poltrone di quell’altra sala della città tentacolare siano decisamente comode, una business class della Singapore Airlines.
Ed infine questo Birdman, dal quale sto ancora cercando di riprendermi, come dal fatto che con l’ultimo aggiornamento di WordPress giustificare il testo sia diventato una fatica immane e vana, grrrrr…..
Alejandro, cosa mi è sfuggito e cosa non ho saputo cogliere, capire, apprezzare ?