Le cose che ho imparato/capito quest’anno, in ordine sparso.
– che non ci si può fidare davvero di nessuno, amico, parente, chicchessia, non importa il tipo di relazione, il sesso, l’età, i pregressi vari, gli anni di conoscenza e frequentazione, non cambia niente.
Questa é la lezione principale e una lezione molto ma molto amara, davvero difficile da mandare giù, ne avrei fatto volentieri a meno.
Non si applica a tutti per fortuna, ma capita.
Però é molto meglio quando non succede, il mondo sembra un posto più piacevole dove bighellonare.
Riuscirò a non essere così stupida e chiedermi sempre chi ho davanti, a mantenere sempre alta la guardia? Ovviamente, credo di no.
– che ognuno ha i suoi preferiti, io per esempio preferisco di gran lunga i cani ai gatti, con i quali ho grossi problemi, ma gli animali domestici danno delle gioie e delle soddisfazioni che non avrei mai e poi mai pensato.
Non so se anche altri animali vari, i topi, i tacchini, le faine, ma i cani sí.
Avevo un cane da piccola, preso da cucciolo, per me era un giocattolo.
Me ne sono dimenticata in fretta appena ha smesso di essere un cucciolo buffone ed è diventato un cane.
I miei avevano già abbastanza problemi per conto loro per insegnarmi anche a rispettare e a curarmi di un animale che avevo voluto solo io, e comunque al tempo la mentalità al riguardo era totalmente diversa. Nessuno si sognava di farli entrare in casa, per esempio, il veterinario non si vedeva mai, la catena era quasi un classico.
Ancora non riesco a perdonarmelo di essere stata quello che sono stata con lui, una pessima amica: sarà per questo che provo una grande tenerezza e una simpatia istintiva per tutti i bastardoni, specie quelli imparentati con pastori tedeschi.
Cani = gioia grande me l’ero ufficializzato il 13 settembre 2013, giorno in cui sono entrata per la prima volta in un canile, ma già da un paio di anni in seguito ad un incontro forse voluto dal destino la verità aveva cominciato a farsi strada.
Nel corso del 2014 comunque, ho visto e parlato più con cani che con umani, che non voglio dire sia in sé un bene in senso assoluto, ma certo dipende anche dagli umani con cui si ha che fare.
Perché poi, dal canile non me ne sia portato a casa ancora uno, anzi, il mio Amore già adocchiato da mesi, ha a che fare con ragioni troppo complesse e personali da spiegare qui.
Per quanto alcuni dei motivi potrebbero anche essere sensati una persona non pedante e con un po’ di ottimismo addosso avrebbe già spazzato via ogni esitazione.
Ma, in breve: sono una gran cazzona che teme le responsabilità, i legami, gli impegni, e sí, teme anche di soffrire, perché il nuovo papabile dopo Buster ha già dieci anni abbondanti, per quanto portati egregiamente.
E a me si spezza il cuore ogni volta in cui lo intravedo nel suo recinto, sempre pulito, sempre ordinato, l’acqua nella ciotola, le coperte ripiegate per farlo stare comodo sul pallet in legno bene al riparo.
Adesso gli hanno messo anche il cappottino per il freddo, beige, elegantissimo, un signorino.
Io lo guardo, l’accarezzo, lui mi guarda con certi occhioni che sono innocenza pura: io mi sento in colpa come se avessi ammazzato qualcuno. Va avanti così da settembre, no da prima delle vacanze estive.
– che in virtù del punto precedente ma anche perché di carne e salumi non sono mai stata una grande entusiasta, penso sia alto il rischio nel 2015 diventi completamente vegetariana.
Non è un programma di vita salutare ma una constatazione, sento quella cosa che un tempo era viva scricchiolare sotto i denti e non ce la faccio a mandar giù, semplice.
Pesci e ancor più molluschi e crostacei vari invece non mi fanno senso e nessuna pena, com’é?
Quindi probabilmente diventerò pescatariana, se si dice cosí.
– che sono una deficiente inconludente, dovrei fare ben altro e invece posto un commento al giorno o quasi da quando sono a casa in ferie.
– che riprendere il fitness plan dopo oramai tre settimane di fermo, se ricordo bene sono quasi tre, é devastante.
In pratica più fai e più faresti, meno fai e più ti incolli al divano, diventi un camouflage con la stampa Ikea.
Onestamente per il fermo avevo una scusa ineccepibile, ma adesso da almeno tre gg continuo a rimandare la ripresa, e mi sento rammollire, perdere fibra, perdere consistenza, anche nel cervello, nell’umore.
Mens sana in corpore sano, com’é vero.
– che, un po’ per motivi di ordine superiore, un po’ perché esco poco, sto comprando un sacco di cavolate in meno, leggi anche vestiti, ma non solo, e me ne rallegro, si sta bene lo stesso. O male lo stesso.
Roba solo degli ultimi tre quattro mesi però, e comunque una bicicletta la voglio, al disgelo, quindi intorno al mio compleanno.
– che quando non lavoro il lavoro e i miei colleghi non mi mancano per niente, anche se la giornata tipo di un lombrico medio offre degli spunti più interessanti della mia vita quotidiana media, e anche se talvolta trovarla pronta in tavola (= mensa) fa anche comodo.
– che dovrei essere molto più programmatica e convinta nel far le cose, invece di ondeggiare sempre, però me lo dico dal tempo di Cartagine, per questo non ho mai combinato nulla di che.
Non riattacco con il pippone sull’ottimismo che non ho e che dovrei autoinfondermi per magia perché quello o uno ci nasce, e ci muore, se no non lo si diventa da adulti, specie quando tutti i calci in culo presi ti confermano che hai ragione a non esserlo.
Poi certe ferite e certi vuoti non si cicatrizzano ne riempiono mai, bisogna accettarli come difetto di fabbrica.
– che nonostante i diversi tentativi e le buone intenzioni per pulire certe cose in casa devo usare il chimicone, faccio meglio ed in fretta, o forse non ho capito cos’è che sbaglio.
Peccato, perché i soldi che detesto maggiormente buttare sono proprio quelli per i detersivi e, tranne che in certi casi con l’uso del bicarbonato, per il resto con metodi e materiali naturali ho combinato solo dei gran pasticci.
– che sono certa che non mi capiterà mai più di innamorarmi e di perdere la testa per qualcuno, e comunque mi sembra più solido e consistente stimare e rispettare una persona, anche se le due cose non si escludono necessariamente a vicenda.
Sinceramente e per la prima volta mi sembra una conquista, basta montagne russe: non credo di aver voglia di essere smentita.
Senza dubbio vuol dire riconoscere aridità e il fallimento di ogni esperienza precedente, così è infatti, a maggior ragione. Amen anche qui.
– che, pur sempre confermando il punto precedente, una vita un po’ più divertente, sbarazzina ed eccitante di quella tipo di un lombrico medio la vorrei anche io e la vorrei ancora, perché non sono ancora morta del tutto.
É questo che spero anche per il prossimo anno ma, ovviamente, non faccio nulla perché ciò accada. Mmm, magari c’entra anche internet.
Però non saprei manco cosa fare, una volta le cose accadevano, punto e basta, c’era movimento con ed intorno a me senza cercare niente.
– che devo essere meno distratta quando sono in giro: quest’anno ho perso di tutto, chiavi, più volte il Bancomat, sempre ritrovato, ho fatto cascare un cellulare in un secchio d’acqua, sono tornata a casa ma nella casa sbagliata, ho imboccato un’arteria centrale parecchio trafficata e a senso unico di sera e ne sono uscita viva tra strombazzamenti ed improperi vari, tutti meritati.
Insomma di tutto, però nessun dramma vero.
– che quanto é difficile vendere una casa di questi tempi, una volta ci sarebbe stata la fila fuori per questa casa, e si era ancora in questo secolo.
Che non sopporto gli agenti immobiliari (così adesso la casa andrà via ancora più in fretta), anche se é gente che fa il proprio lavoro e servono, a me tantissimo.
– che rimettersi a studiare una lingua ostica e complessa diciamo dopo i trent’anni, ehhh ehhh, é una cosa dura ma non impossibile, e che a luglio spero di passare il mio esamino per semi-analfabeti, ma sinceramente lo dubito perché faccio un sacco di errori, troppi.
– che si spera sempre in un anno migliore del precedente, ma mai é stato più vero di adesso.